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Il fattore che maggiormente influenza l’andamento sul mercato delle criptovalute ha un nome, e pure un cognome: Elon Musk. Il CEO di Tesla e SpaceX sta sempre più incrociando il destino del suo core business (elettrico e spazio) a quello delle monete virtuali: basti pensare a ciò che è successo durante il Saturday Night Live di sabato scorso, quando è bastato aprisse bocca per far crollare il valore del Dogecoin, la criptomoneta del popolo come da lui stesso definita poco tempo fa. Solo che allora la conseguenza era stato un balzo in su del 50%, durante lo show dello scorso weekend invece si è registrato un tonfo del 12%. Del resto, tutti dicono che la criptovaluta sia volatile, e queste ne sono prove più che tangibili.

E poi c’è stato il clamoroso dietrofront sull’uso del Bitcoin come modalità di pagamento delle auto Tesla: prima sì, poi no in nome della “tutela dell’ambiente”. Ora la strategia di Musk si inizia a capire: la rinuncia non riguarda la criptovaluta in toto, bensì il solo Bitcoin, che il CEO considera “inefficiente” dal punto di vista del consumo energetico. Meglio il Dogecoin, dunque?

Di admin