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Quello sul fotorealismo è un discorso che percorre la recente storia del medium videoludico, attraversandola generazione dopo generazione. Se prima era una fantasia, negli ultimi anni le pretese dei giocatori si sono alzate di molto. Ci sono alcuni aspetti dei videogiochi che già possono essere difficilmente distinguibili dalla realtà: ad esempio i modelli poligonali estremamente dettagliati delle auto all’interno dei simulativi di guida (a proposito, state seguendo il torneo eSport Fordzilla HD GP che abbiamo organizzato con Ford?).

L’impatto generale è ormai credibile e anche sbalorditivi, appaga l’occhio, ma il difficile è riuscire a garantire lo stesso livello di cura per tutti gli elementi che compongono il mondo di gioco. Che peraltro non è un mondo statico, ma fatto di continue interazioni, sempre più numerose, complesse e stratificate e che pesano sulle risorse dedicate al calcolo.

Insomma, il fotorealismo resta ancora un orizzonte lontano, ma questo non significa che l’industria non stia lavorando per raggiungerlo. Non si tratterà di un salto generazionale improvviso, ma più probabilmente di una conquista fatta pezzo per pezzo, a piccoli passi.


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Di admin