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Hamburger di carne vegetale sì o no? La discussione è più viva che mai, visto che tra i primi assaggi e la diffusione attuale sono state spese tante parole – e lauti pasti – sull’argomento. C’è chi si schiera a favore per motivi di sostenibilità ambientale, puntando fortemente sulla riduzione dell’impatto che gli allevamenti generano a livello globale, c’è però anche chi è contrario, preoccupato della sicurezza alimentare che questa tipologia di cibo può garantire. Diatribe che negli Stati Uniti sono finite in tribunale, e che riguardano espressamente uno dei fornitori di carne-che-non-è-carne-ma-che-sa-di-carne: Impossible Foods.

A differenza di Beyond Meat, l’azienda con sede a Redwood City (in California, anche Beyond Meat è californiana ma di Los Angeles) utilizza la leghemoglobina di soia, eme biotecnologico che dà all’hamburger quel senso di carne che lo rende pressoché indistinguibile dall’hamburger tradizionale. Non solo al palato, ma anche alla vista non ci sono sostanziali differenze, poiché la sostanza OGM restituisce quel colore rossastro tipico della carne al sangue.

Ebbene, il Center for Food Safety ha cercato – inutilmente – di bloccarne la vendita, ritenendo la leghemoglobina non sicura per la salute umana. Si è cercato di ribaltare la decisione della US Food and Drug Administration, che in precedenza aveva dato il via libera alla sua commercializzazione, senza tuttavia riuscirci. In altre parole, l’additivo si potrà continuare a utilizzare, e Impossible Foods avrà piena facoltà di vendere i suoi prodotti arricchiti di eme. Un risultato non di poco conto, considerando che quello della carne vegetale è un business in fortissima crescita: dati riportati da Bloomberg fanno riferimento a un giro d’affari che entro il 2040 raggiungerà i 450 miliardi di dollari, un quarto dell’intero mercato della carne.


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Di admin