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Spotify vuole incrementare la concorrenza nei confronti di Apple Podcast, secondo il Wall Street Journal, imitando il business model annunciato dalla Mela appena qualche giorno fa nel corso dell’evento Spring Loaded ma ancora più vantaggioso per gli host. Dove Apple tratterrà il 30% di commissioni sugli abbonamenti per il primo anno e il 15% per quelli successivi, Spotify promette zero trattenute.

Per capire bene cosa stia succedendo nel settore dei podcast, che sta vivendo un periodo di seconda giovinezza, è importante fare un passo indietro e spiegare quanto annunciato da Apple. Sintetizzando molto: i creatori di contenuti potranno vendere abbonamenti a show individuali o gruppi di show, decidendo liberamente prezzi e modalità. Ci saranno ovviamente alcune regole e paletti, tra cui: prezzo minimo 49 centesimi di dollaro al mese. E naturalmente le trattenute di cui parlavamo appena qualche riga più sopra.

Secondo il WSJ, Spotify intende annunciare sostanzialmente la stessa iniziativa, ma senza le commissioni. Ai creatori di contenuti, insomma, spetta quindi l’ardua decisione di capire quale sia la piattaforma ideale per massimizzare gli introiti dei loro show: Apple promette una distribuzione preferenziale su iPhone, iPad, Mac e così via, dal momento che Apple Podcast è una delle app preinstallate, ma, appunto, arriva solo ai dispositivi Apple; che sono tantissimi, beninteso, ma Spotify arriva su tutti quelli più l’intero ecosistema Android. Spotify ha il potenziale per un bacino di utenti molto più ampio, insomma, e ai creatori costa anche meno.


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Di admin