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Xiaomi chiude Mi Talk per poi riaprirla subito dopo in versione completamente rinnovata. Nulla a che fare col passato, quanto piuttosto con Clubhouse, l’app del momento non solo perché se ne parla ovunque, ma anche perché sono i numeri a confermarlo. É comprensibile che un’azienda analizzi i motivi del successo della concorrenza, traendone ispirazione per proporre qualcosa sul mercato in grado di competere (perlomeno) ad armi pari. Il progetto di Xiaomi con la nuova versione di Mi Talk è particolarmente ambizioso, ed è al momento destinato al mercato cinese. Dunque può avere senso, visto e considerato che nella Repubblica Popolare Clubhouse è stato bannato.

La società di Lei Jun non è l’unica a guardare a Clubhouse: tra queste c’è Facebook, intenzionata a sviluppare una soluzione simile (e alternativa) e attratta dai potenziali guadagni che potrebbe generare. E lo stesso vale per Xiaomi, che dopo aver chiuso Mi Talk ha interpellato su Weibo gli utenti raccogliendo suggerimenti e consigli sul futuro dell’app. Le risposte sono state analizzate ed elaborate dall’azienda, che il 26 febbraio ha annunciato il debutto (il ritorno) di Mi Talk sotto un’altra veste: app che resta social, sì, ma che dalle parole scritte si sposta sulla voce. Per poche ore si è chiamata Raise Hands (alza le mani), per poi essere rinominata nuovamente Mi Talk.

Chi era iscritto al vecchio servizio non è passato automaticamente a quello nuovo: cambiano account e password, e per il momento l’app è in beta a numero chiuso, disponibile solo per invito. Come Clubhouse, insomma, con la differenza però che può essere scaricata sia su Android che su iOS. Xiaomi parla di possibilità di ascoltare i professionisti su vari argomenti, nonché di partecipare direttamente alzando la mano. E in futuro si avrà l’opportunità di creare personalmente nuove stanze in cui discutere su specifici argomenti.


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Di admin