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Su Facebook Marketplace si trova di tutto, persino pezzi di Amazzonia sottratti illegalmente alle popolazioni indigene. Lo riporta la BBC, secondo cui il commercio sul mercatino online dal 2016 sarebbe alimentato e gestito dalle grandi industrie di allevamento del bestiame che stanno via via distruggendo il polmone verde del nostro pianeta.

A comparire sul Marketplace sono lotti della foresta pluviale brasiliana (specie dalla zona della Rondônia, al confine con la Bolivia), alcuni dei quali di proprietà dello Stato e grandi come 1.000 campi da calcio. Facebook ne è al corrente, e ha confermato la volontà di collaborare con le autorità locali. Nonostante ciò, le comunità indigene puntano il dito sul social network accusandolo di fare troppo poco per porre fine a questo scempio. Il timore è sempre la collusione tra venditori, industrie e Governi locali, tant’è che c’è chi dice che “gli invasori si sentono talmente autorizzati da non vergognarsi di andare su Facebook per stipulare accordi illegali“.

Il rischio che nel cuore dell’Amazzonia vengano effettuati controlli da parte delle autorità statali è estremamente basso: in questo modo è possibile sequestrare un lotto, deforestarlo e trasformarlo in terreno agricolo per aumentarne il prezzo di vendita (in più, una volta che ha subìto l’opera di deforestazione è ancor più facile ottenere dallo Stato il via libera alla vendita, non potendo più rientrare tra le aree protette). Di casi del genere su Facebook Marketplace ce ne sono tantissimi: basta cambiare localizzazione inserendo una delle città brasiliane dell’area amazzonica e usare parole chiave come “floresta” o “selva”. Ed ecco comparire la lista dei terreni in vendita. Senza certificato che ne attesti la regolarità, ovviamente.


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Di admin