CONDIVIDI:

E’ ormai chiaro: il particolare periodo storico che stiamo vivendo ha mutato molti aspetti della nostra vita. Lavoro digitale, smart working, distanziamento sociale, didattica a distanza: questi sono soltanto alcuni dei termini che, ormai da un anno, sono entrati a far parte del nostro gergo quotidiano.

L’abbandono del concetto di lavoro o lezioni in presenza ha reso quasi inevitabile l’utilizzo dei servizi cloud. Il perché è presto spiegato: le misure restrittive imposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria hanno intensificato le necessità di archiviazione remota per condividere documenti e file con estrema rapidità con colleghi, professori o compagni di scuola.

La soluzione a tutto ciò è rappresentata proprio dal cosiddetto Cloud, che della pandemia in poi ha avuto un boom senza precedenti. Basti pensare che, a fine marzo 2020 e quindi dopo sole poche settimane di isolamento domiciliare, i servizi cloud di casa Microsoft hanno registrato una crescita del +775%. Discorso analogo anche per Dropbox che per la prima volta dopo essersi quotata in borsa nel 2018, pochi mesi fa ha riportato un fatturato di 455 milioni di dollari, il 18% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin