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Lo diciamo ormai da tempo: gli smartphone si assomigliano sempre di più. Ormai l’elemento più distintivo è il modulo fotocamera posteriore, e anche qui non ci sono tantissime scelte – il modulo rettangolare con angoli arrotondati in alto a sinistra è molto gettonato, ultimamente, mentre Huawei ha avuto i suoi momenti con quello centrale rotondo “a oblò”. Nonostante il colosso cinese si trovi in un momento difficoltoso per via del ban americano (con l’incognita di come vorrà muoversi Joe Biden), continua a studiare soluzioni nuove.

IL BREVETTO HUAWEI…

Il design patent depositato recentemente presso l’ufficio per la proprietà intellettuale europeo sembra quasi una sintesi di entrambe le filosofie: un doppio modulo circolare nell’angolo in alto a sinistra, inserito in elemento che stacca dal resto della scocca. Sembra una soluzione molto ingombrante, ma non è che sia necessariamente un male: la dimensione del sensore è un parametro cruciale per garantire foto di qualità. Interessante anche osservare come sia ampio il raggio degli angoli arrotondati della scocca stessa, che permette di avere un design nel complesso armonioso – e, sì, anche un po’ diverso dal solito.

… E QUELLO XIAOMI

Il brevetto di Xiaomi, invece, va più sul tecnico, e riguarda una tecnologia che ha avuto una parabola meteorica nel mondo smartphone, ovvero quello delle fotocamere pop-up. Tra i produttori in primo piano, sono rimasti ormai in pochi a insistere su questo sistema – ASUS in primis, con il suo ZenFone 7. Il suo modulo rotante permette di usare un solo set di fotocamere sia per scattare le foto tradizionali sia quelle rivolte verso l’utente, rendendolo una formidabile macchina da selfie. La soluzione di Xiaomi raggiunge un obiettivo analogo usando degli specchi: i sensori sono rivolti in realtà verso l’alto, e uno specchio a 45° mobile motorizzato lo orienta verso il retro o verso la parte frontale.


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Di admin