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TikTok è praticamente riuscita a sopravvivere a Donald Trump: il New York Times racconta che il governo americano ha acconsentito a un prolungamento dei tempi della battaglia legale in corso. Ci si riaggiornerà il 18 febbraio, circa un mese dopo l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo POTUS, Joe Biden. La speranza è che le posizioni di Biden siano meno categoriche e problematiche (per TikTok, quantomeno) rispetto a quelle tenute da Trump. Secondo alcuni esperti interpellati dal giornale americano, ByteDance potrebbe puntare tutto sul fatto che la nuova amministrazione abbia problemi più importanti di cui occuparsi, e che la questione TikTok finisca un po’ nel dimenticatoio.

Il fatto è che Biden ha subito promesso importantissimi dietrofront rispetto a quanto fatto dall’amministrazione Trump su molti argomenti – in particolare sul clima; ma finora non si è ancora espresso in modo concreto e convincente su come intende trattare la spinosissima questione dell’influenza sempre maggiore che esercitano le aziende tech cinesi nel panorama globale. In passato Biden si è espresso con toni piuttosto duri nei confronti del Partito Comunista Cinese e del leader Xi Jinping, e che la Cina in generale dovrebbe essere trattata con più severità, ma non si è addentrata nei dettagli specifici.

Anche in questi ultimi, tumultuosi giorni di presidenza, Trump continua la propria lotta alle aziende tech cinesi: è fresca di questa mattina la notizia che anche Xiaomi è stata inclusa nella lista nera degli investimenti – non è un fatto grave come il ban di Huawei, ma significa che di fatto qualsiasi società o persona fisica statunitense non può più investire denaro nelle attività del gruppo (il provvedimento è anche retroattivo, quindi chi ha denaro già investito in Xiaomi deve disinvestirlo).


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Di admin