A tutti piacerebbe poter fare una passeggiata nello spazio per guardare la Terra da una prospettiva, diciamo così, inusuale. Almeno per noi comuni mortali. Chi abita la ISS è in grado di farlo tutti i giorni, regalandoci immagini mozzafiato dall’oblò della stazione spaziale orbitante. In attesa che i viaggi spaziali commerciali abbiano inizio – ma non saranno alla portata di tutti, e tra questi ci sarà anche Blue Origin che ha appena completato la sua ultima missione di prova NS-14 – possiamo accontentarci di fare qualche foto con la reflex 5D Mark III, presentata nell’ormai lontano 2012 e che Canon ha collocato all’interno del satellite CE-SAT-1.
Spieghiamoci meglio: la DSLR è vera, così come vero è il satellite che la ospita – e non è neppure sola, c’è anche una PowerShot S110 a farle compagnia. Il microsatellite Canon ha le dimensioni di una botte di vino e permette di ottenere immagini con risoluzione al suolo di 36″ in un frame di 3×2 miglia (4,8×3,2km). Ciò che non è del tutto vero è la possibilità di scattare effettivamente una foto “originale”: quel che si può fare, in realtà, è qualcosa di simile, ma nulla di così “interattivo”. In pratica, dal sito inaugurato da Canon (LINK) si potrà simulare uno scatto andando a scegliere una delle immagini precaricate sul database che immortalano alcune zone della Terra, da New York a Dubai, fino alle Bahamas. Quello che potremo fare è inquadrare al meglio la scena, operazione – diciamo così – decisamente semplice visto l’aiuto che ci viene fornito.
L’intento di Canon è quello di mostrare le potenzialità del satellite di imaging compatto CE-SAT-1 che orbita attorno alla Terra a 600 chilometri di altitudine: nello specifico, il lavoro della 5D Mark III viene coadiuvato dall’ausilio di un telescopio Canon da 3720mm di tipo Cassegrain. Insomma, si tratta di una vera e propria dimostrazione “sul campo” di quanto elevata sia la qualità dei satelliti ad alta risoluzione che, complice anche costi non particolarmente elevati, stanno contribuendo a rendere l’imaging spaziale sempre più accessibile. Ad accompagnarci in questo scatto fotografico virtuale è la voce di Marsha Ivins, astronauta che per ben cinque volte ha fatto parte dell’equipaggio dello Shuttle. L’ultima volta ad essere stata nello spazio risale al 2001.