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Pandemia o non pandemia, il mercato degli smartphone continua ad arrancare. La (ulteriore) conferma viene fornita da TrendForce, che nel suo ultimo rapporto pubblicato stamane sottolinea ancora una volta la fatica di un settore in difficoltà ormai da tempo, schiacciato da una scarsa innovazione dei prodotti (ci sono i pieghevoli, sì, ma siamo ancora in una fase iniziale, e i prezzi restano proibitivi) e da una domanda in flessione da tempo. E a contribuire, certo, è stata anche la crisi economica generata dai lockdown che continuano a scandire le giornate della popolazione di tutto il mondo.

E se tablet, notebook, TV e indossabili crescono, spinti da smart working e didattica a distanza, gli smartphone si muovono in senso opposto, nonostante nei mesi scorsi ci fossero stati segnali che avevano fatto pensare ad un’inversione di rotta.

Il calo nel 2020 è stato dell’11%, le unità prodotte nell’arco dei 12 mesi sono state 1,25 miliardi. Tra gli eventi che hanno fortemente condizionato il mercato lo scorso anno non va dimenticato il ban a Huawei, che non solo si è ulteriormente intensificato, ma ha portato la società cinese a vendere Honor, brand che ora – da autonomo – dovrà vedersela sul mercato proprio con la stessa Huawei (specie in Cina) e con una agguerrita concorrenza. Bisognerà vedere se la separazione gioverà ad entrambi: le ambizioni di una e dell’altra non mancano di certo, nonostante tutto.


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Di admin