Huawei ha completato la costruzione della sua prima “fab”, ovvero una fabbrica di processori e microchip, stando a quanto segnala China Money Network. La fabbrica si trova a Wuhan, città divenuta nota a livello mondiale l’anno scorso per motivi ben più tristi. La struttura occupa una superficie di 208.900 metri quadrati, e include diversi altri impianti correlati. L’impianto sarà gestito da una società di ricerca e sviluppo di Shanghai per conto di Huawei.
L’obiettivo è produrre i primi chip a 45 nm entro fine anno prossimo, passare a 28 nm subito dopo e scendere sotto i 20 nm entro la fine del 2022; naturalmente senza usare alcuna tecnologia americana. A questo punto l’azienda dovrebbe essere in grado di produrre da sé almeno i chip per le attrezzature di rete. Per quanto riguarda il mercato smartphone, la situazione è decisamente più complicata: i chip dei dispositivi mobile integrano chip realizzati con processi produttivi molto più raffinati – lo Snapdragon 888 di Qualcomm, fresco di annuncio, e gli Apple A14 degli iPhone 12 provengono da impianti a 5 nm, e le fonderie più prestigiose come Samsung e TSMC stanno già studiando linee a 4 e addirittura 3 nm.
In ogni caso, la fonte spiega che Huawei mira a costruire almeno un’altra fonderia, situata a Shanghai. Queste operazioni, se avranno successo, permetteranno al colosso cinese di avere un ciclo produttivo completo dei microprocessori – dalla progettazione alla fabbricazione. È un privilegio che quasi nessuno ha – in effetti solo Samsung. Qualcomm progetta ma non ha fonderie proprie, e lo stesso vale per MediaTek. Da quando la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina si è inasprita, nel corso del mandato di Donald Trump, il governo di Pechino ha spinto molto per raggiungere l’indipendenza in questo settore. Il culmine si è giunto con l’inasprimento del Ban, attivo dal settembre passato: da quel momento Huawei non ha più accesso alle fonderie internazionali più prestigiose, rendendo quindi la sua controllata HiSilicon, che si occupa della progettazione dei SoC Kirin, sostanzialmente inerte.