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Il lancio delle GeForce RTX 30 è stato sicuramente controverso, le nuove schede grafiche gaming “Ampere” hanno ottime prestazioni rispetto alla precedente generazione, tuttavia sono praticamente introvabili e molte sono state le critiche mosse al produttore californiano, corso ai ripari replicando che la domanda per le sue GPU GeForce non è stata mai così alta. In un anno segnato dalla pandemia che, dati alla mano, ha impattato praticamente su tutti i settori – quello della tecnologia incluso – NVIDIA pare essere stata solo colta di sorpresa, o almeno così sembra.

A mettere in dubbio la vicenda, quantomeno in parte, sono gli analisti di Barrons e RBC Captial Markets che, dopo l’ultima trimestrale record pubblicata da NVIDIA la scorsa settimana, hanno evidenziato come il sostanziale aumento del fatturato della divisione Gaming sia stato “aiutato” anche dalle vendite di schede GeForce RTX 30 ai miner.

Andando più nel dettaglio, l’azienda statunitense ha fatto segnare un +37% su base annuale e trimestrale solo per il segmento Gaming, settore che comprende schede grafiche per notebook, desktop, SoC per le console e, teoricamente, anche GPU rivolte al mining delle criptovalute. In questo contesto NVIDIA ha realizzato 2,27 miliardi di dollari di fatturato, di questi si stima che circa 175 milioni di dollari siano riconducibili alla vendita diretta di schede grafiche GeForce RTX 30 ai miner.


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Di admin