CONDIVIDI:

L’orbita terrestre bassa diventa sempre più affollata, basti pensare a progetti come Starlink di SpaceX che se da un lato portano benefici sulla Terra migliorando la connettività Internet, dall’altro creano costellazioni di satelliti che col tempo diventeranno rifiuti spaziali da smaltire.

Gli enti aerospaziali si sono dotati di linee guida che definiscono le procedure per deorbitare i satelliti e gestire i rifiuti derivanti dalle missioni spaziali, e anche l’ESA (l’ente aerospaziale europeo) sta facendo passi avanti in tale direzione. L’ultimo in ordine di tempo riguarda lo stanziamento di 86 milioni di euro per finanziare la prima missione per la rimozione di un detrito spaziale di cui si occuperà la startup svizzera ClearSpace.

L’obiettivo sarà rimuovere l’adattatore Vespa (Vega Secondary Payload Adapter), un residuo del secondo volo del vettore Vega che nel 2013 mandò in orbita il satellite Proba-V dell’ESA. È l’elemento che ospita il payload del razzo – nel caso specifico il satellite – e che, al termine della missione, si trasforma in un rifiuto da smaltire. L’adattatore è stato lasciato in un’orbita di smaltimento graduale tra 801 e 664 km di altitudine (in conformità con le normative di mitigazione dei detriti spaziali, sottolinea l’ESA)


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin